Come scegliere un cucciolo
Ogni cucciolo è un individuo a sé: prima di sceglierlo è opportuno considerare alcuni fattori, indispensabili per fare la scelta giusta
Le motivazioni per decidere di far entrare un cane nella nostra vita possono essere varie: per la
compagnia, per le
specificità caratteriali/estetiche della
razza, per le diverse e innumerevoli
attività in cui potremo impegnarci con lui: da quelle più sportive (agility, disc dog, obedience, ecc.) a quelle naturali (cani da tartufo, caccia simulata, ecc.) o legate ad uno scopo sociale (salvataggio, pet therapy, ecc). O più semplicemente perché ci siamo innamorati follemente di lui/lei incontrando il suo sguardo in giro per strada.
Ma prima di fare il grande passo, ovvero
scegliere un cucciolo che dai suoi primi mesi di vita starà con noi per tantissimi anni e a cui dovremo garantire
affetto,
dedizione,
benessere e
salute, è bene prendere in considerazione tutta una serie di parametri indispensabili per fare la scelta più giusta, per noi e per il cucciolo stesso:
1) Il nostro stile di vita: se siamo persone molto
dinamiche,
attive,
sportive sarà bene orientarsi su una
razza che amerà condividere il suo tempo libero con noi senza sgranare gli occhi ‘atterrito’ ogni volta che ci vede prendere il guinzaglio per uscire (magari anche a Ferragosto sotto il solleone), quando invece avrebbe preferito poltrire tutto il giorno sul divano; ad esempio un
Bulldog è difficile che si esalti all’idea di passare ore e ore a correre per i parchi, mentre un
Labrador ve ne sarà eternamente grato!
Se al contrario amiamo
una quotidianità più placida,
tranquilla e abbiamo poco tempo/scarsa voglia di passare ore a macinare chilometri in compagnia del cane, è sconsigliabile farci guidare dall’estetica optando per esempio su un
Cocker, su un
Setter o su un
Border Collie… e poi lamentarci se per sfogare l’energia repressa Fido si diverte a trasformare il nostro appartamento in un parco giochi!
2) La razza: ogni cucciolo è un individuo a sé stante con
caratteristiche e
indole proprie determinate dal suo Dna, dal tipo di genitori e dal modo in cui ha vissuto
i primi mesi di vita. Ma la storia e le specificità della
razza a cui appartiene sono comunque radicate in lui/lei e sarebbe una leggerezza imperdonabile non tenerne conto per sapere e capire a che tipo di
quotidianità andremo incontro col nostro compagno a quattro zampe.
Se, ad esempio, siamo spinti da un desiderio del tipo: vorrei un cane carino, socievole con tutti e che sia contento quando le persone mi vengono a trovare a casa… beh forse un
Rottweiler non fa per noi. Sarà devoto a noi e ai nostri familiari e ci amerà incondizionatamente, ma in virtù di questo sarà istintivamente portato a
difenderci e a
proteggerci. È un cane che da adulto arriva a pesare anche più di 50 Kg ed è provvisto di una mascella che non passa inosservata; se si mette in testa di difenderci non sarà proprio facilissimo fargli capire che non tutto quello che ci si avvicina o entra nel nostro territorio è necessariamente un pericolo.
Se al contrario desideriamo un cane che oltre ad essere carino e socievole con tutti, scoraggi anche solo abbaiando un intruso non gradito, un
Golden Retriever non è esattamente il tipo di cane giusto: non è improbabile che faccia le feste anche a un ladro intento a portarci via l’argenteria…
3) La tipologia del branco umano: la capacità di adattamento dei cani è straordinaria e spesso sorprendente. Inoltre, con una corretta
socializzazione e lavorando nel modo giusto sull’inserimento, ogni cucciolo può essere in grado di
convivere serenamente in qualsiasi contesto familiare/sociale/ambientale: famiglie numerose, famiglie con bambini piccoli, famiglie che hanno già un altro animale domestico (gatto, uccellini, criceto o un altro cane), single, case con giardino, appartamenti senza balcone, monolocali, ecc…
È tuttavia importante, nel caso di
famiglie con bambini, avere ben chiaro che
il rispetto che pretenderemo dal cucciolo nei confronti delle nostre cose e del nostro nucleo familiare, lo dovremo garantire fin da subito al piccolino che entrerà a far parte della nostra quotidianità.
Se non adeguatamente preparati, i bambini possono avere nella relazione con un cucciolo
un approccio troppo brusco e irruento. Non è colpa loro, non sanno ‘come si fa’ se non gli viene insegnato.
È fondamentale far capire loro che il cucciolo
non è un peluche, che ha bisogno dei suoi spazi di quiete e riposo e che non è un ‘gioco’ disponibile 24 ore su 24. Tutto questo non solo eviterà che il cane si
stressi eccessivamente, ma farà sì che in presenza di altri cani non ‘di casa’ i bambini non si mettano in situazioni di pericolo pensando che tutti i cani siano contenti di essere
stropicciati o
disturbati.
Pertanto, il farsi guidare superficialmente nella scelta del cucciolo dall’idea che esistano
razze più
tolleranti con i bambini è un errore. Tutte le razze possono andare d’accordo con i bambini, ma non è detto che un
Boxer, notoriamente indicato come cane giusto per famiglie con bambini, non si riveli intollerante nei confronti di essi perché non ne può più di essere considerato un giocattolo!
È compito degli adulti, quindi,
responsabilizzare i propri figli prima ancora di
accogliere il cucciolo in casa.
Due parole sul
tipo di abitazione: è bene smentire l’errata convinzione che se non si ha uno
spazio esterno (terrazzo o giardino) non è il caso di prendere un cane perché soffrirebbe. Non è così. Il cane è soprattutto
un animale sociale.
Per il cucciolo
passare del tempo col proprietario è più importante di qualsiasi altra cosa.
Può sembrare strano ma è molto più felice un cane ‘costretto’ a vivere in un monolocale rispetto a un cane che ha a disposizione un intero parco, ma dove rimane ore e ore da solo (il che non significa passare tutto il giorno con lui, anzi è bene fin da subito
abituarlo a rimanere anche da solo in casa).
Se il vostro lavoro e i vostri impegni vi tengono fuori di casa tutto il giorno, ma tanto c’è il giardino… forse non è il momento giusto di accogliere un cucciolo. Qualunque sarà la sua casa, quello che conta è che abbiate del
tempo a disposizione per stare con lui/lei e garantirgli
passeggiate all’aperto (possibilmente in spazi e luoghi che non siano sempre gli stessi) tutti i giorni (anche quando si ha la fortuna di possedere un giardino: dopo un po’ di quel giardino conoscerà ogni minimo odore e si annoierà fino a intristirsi).
In definitiva, l’importante è dedicare al cane del tempo di qualità cercando di
soddisfare le sue esigenze.
4) La conoscenza dei genitori: è importante verificare che i due genitori siano stati a stretto contatto con il cucciolo da quando è nato e fino al momento in cui verrà in casa con noi. O comunque, se negli allevamenti sono le madri ad occuparsi dei cuccioli in assenza del padre biologico, è importante che in quell’allevamento ci sia almeno un
cane maschio adulto, ed equilibrato, che sia stato in grado di trasmettere al cucciolo tutta una serie di informazioni e reazioni comportamentali indispensabili al suo corretto
sviluppo psichico.
5) Dove prenderlo: è sicuramente consigliabile un buon
allevamento, meglio ancora se riconosciuto e certificato dall’Enci. Un allevamento serio infatti, garantisce linee di sangue immuni da
patologie ereditarie e pone molta attenzione nella selezione degli accoppiamenti tra soggetti con
caratteri equilibrati, sia materni che paterni, assicurando che
la morfologia ed
il carattere corrispondano allo
standard di razza.
Un buon allevamento, inoltre, dà la possibilità di visitare i cuccioli nell’orario di lavoro senza richiedere obbligatoriamente un appuntamento. Personalmente,
sconsiglio vivamente l’acquisto del cucciolo in un
negozio, a meno che di quel negozio non conosciamo vita morte e miracoli… di voci ne girano tante: cani che provengono da allevamenti poco affidabili dall’Est, cani malati, non socializzati, sottoposti alle più crudeli angherie, genitori non visibili né certificabili.
Non è detto che sia sempre così, dipende dalla serietà dei proprietari del negozio, ma nel dubbio… L’importante è che il negozio sia in grado di darci tutta
la documentazione certificata del cucciolo come farebbe un allevamento.
6) Adozione al canile: per quanto mi riguarda è la scelta più istintiva e forse anche la più ammirevole, in quanto del cucciolo che libereremo dalla sua ingiusta e immeritata prigionia non sappiamo nulla (se non, quando esistono, le tristi informazioni sul perché sia stato abbandonato). È una scelta a mio avviso meravigliosa e da premiare. Perché il lavoro che ci aspetta sarà probabilmente un po’ più
impegnativo: dovremo imparare a conoscerlo e a capirlo giorno dopo giorno senza avere punti di riferimento. Ma il tipo di relazione che costruiremo con lui sarà
entusiasmante e ci ripagherà del carico, in termini di dedizione e tempo, che sceglieremo di investire e dedicargli (a questo proposito suggerisco la lettura dell’articolo "
Come scegliere un cane in canile", utile a partire con il piede giusto).
7) Maschio o femmina?: se non si ha intenzione di prendere un cucciolo con l’idea di farlo
riprodurre o
accoppiare, la scelta del sesso non fa molta differenza.
In generale, la femmina può essere leggermente più facile da gestire rispetto al maschio, ma dipende comunque da soggetto a soggetto.
Se si è alle prime armi e poco esperti in materia di comportamento e
segnali canini, orientarsi su una femmina può creare meno problemi, in quanto un maschio, una volta raggiunta
la maturità sessuale (e se lo si lascia intero), svilupperà una serie di comportamenti dettati dal suo
istinto che possono essere di più difficile contenimento: la lotta per le femmine (soprattutto nei periodi in cui entrano
in calore), la conseguente
tendenza ad allontanarsi di più dal proprietario durante le passeggiate proprio perché attratto dagli
odori femminili, la propensione ad affermare la sua
supremazia con gli altri maschi.
Ovviamente si sta, per necessità di sintesi, generalizzando: ci sono maschi che pur ‘interi’ sono portati a non cercare e soprattutto a non mettersi nei guai negli incontri con altri maschi. Così come ci sono femmine dal caratterino niente male che mal sopportando di non essere le prime donne, in qualsiasi branco si trovino non useranno mezzi termini per farsi capire!
Nella scelta del cucciolo insomma, non è l’elemento ‘sesso’ quello che ci darà la garanzia di crescere un cane calmo e tranquillo, ma
l’educazione e l’indirizzo che sapremo dargli dal primo giorno, unitamente alla
socializzazione con i suoi conspecifici.
Informarsi adeguatamente sulla specie canina, conoscerne la storia, il comportamento, l’evoluzione, ci aiuterà a fare della convivenza col nostro amico a quattro zampe una esperienza felice e serena.
L’amore per un cucciolo è importante, ma non è tutto. Il vero gesto d’amore nei suoi confronti è non dimenticarci mai che quel cucciolo dolcissimo è prima di tutto un animale: un animale affettuoso, amorevole, meraviglioso ma con delle
necessità ben precise da rispettare e che avrà bisogno di
cura,
dedizione e
impegno per sempre. Scusandomi per la retorica vorrei comunque ricordare che IL CANE NON È UN GIOCATTOLO!
8) La taglia: può sembrare superfluo segnalarlo (se si sceglie un
San Bernardo si è ben coscienti che diventerà piuttosto ingombrante…), ma è utile invece spendere due parole a proposito dei possibili inconvenienti in cui si potrebbe incorrere nel non valutare attentamente la mole e il peso del cuccioletto una volta diventato adulto.
Sebbene
le strutture e gli esercizi pubblici dog-friendly stiano per fortuna aumentando anche nel nostro Paese, non sempre è possibile portare con sé il proprio amico a quattro zampe in giro con noi. Mentre con un
Barboncino, un
Maltese, un
Bassotto è più facile che non ci facciano storie se ad esempio lo portiamo con noi
al ristorante, non è detto che la stessa tolleranza valga per un
Alano.
E questo solo per parlare di ristoranti, bar, negozi, ecc., ma se decidiamo di
viaggiare, è opportuno sapere che ci sono
regolamenti e
restrizioni piuttosto severi, in tema di peso e ‘ingombro’, per poter portare il nostro cucciolo con noi a bordo di un
aereo, di un
treno o per soggiornare in
albergo.
Quindi se il tipo di vita che facciamo contempla molti spostamenti (non
in automobile) e/o molte occasioni di frequentazione di alberghi e luoghi pubblici, bisognerà valutare attentamente il cucciolo che fa per noi, se non vogliamo relegarlo a una vita di ore e ore di attesa in macchina o di soggiorni troppo lunghi e reiterati in
pensioni per cani o lasciarlo solo a casa perché troppo ingombrante.
Bisogna comunque sottolineare che se è vero che i cani di taglia medio-piccola occupano meno spazio, è pur vero che la gestibilità viene data
dall’educazione impartita.
A volte ci si dimentica che un cane di
taglia piccola ha le stesse esigenze, compresa l’educazione, di un
Wolfhound e spesso capita di assistere alla visione di
Chihuahua e
Yorkshire maleducati e stressati che abbaiano come forsennati disturbando la quiete pubblica... e non è raro che un ristoratore preferisca un
cane Corso calmo e tranquillo, sdraiato sotto al tavolo del suo proprietario, piuttosto che un
Volpino di Pomerania in preda ad una crisi isterica.
Detto tutto questo non mi stancherò mai di ripetere che prendere un cucciolo è una scelta che va fatta con
consapevolezza e
serietà. Perché un cane è davvero per sempre.
Ma soprattutto un cane rende migliore la nostra vita, la arricchisce, la completa, ma non ci è indispensabile per viverla.
Per il cane invece, per la sua vita,
noi sì che gli siamo indispensabili, dal primo giorno in cui entra nelle nostre case e per tutta la sua esistenza.
Alessandro Moscati
Responsabile Educatori “Dog Impact”
Staff Just Married (with) Dog
www.dogimpact.it
e-mail info@dogimpact.it
Telefono 333 8665969