La filariosi sottocutanea: una patologia emergente
Accanto alla più nota filariosi cardio-polmonare, il cane può essere colpito anche dalla filariosi sottocutanea, causata dal parassita Dirofilaria repens
Accanto alla più nota
filariosi cardio-polmonare, il cane può essere colpito anche dalla
filariosi sottocutanea, causata dal parassita
Dirofilaria repens.
Il ciclo biologico, che ha una durata di 5-6 mesi, è sovrapponibile a quello della filariosi cardio-polmonare, con l’unica differenza che i parassiti adulti (lunghi fino a 15 cm)
si localizzano nel sottocute del cane colpito. I parassiti adulti sopravvivono a lungo nell'animale, arrivando a una durata di 6 anni di vita.
Il vettore è rappresentato dalle
zanzare che, possono trasmettere contemporaneamente, nel corso del medesimo pasto di sangue, entrambe le filarie.
L’importanza della filariosi sottocutanea è accresciuta dal fatto che
può colpire anche l’uomo (
zoonosi) e la sua incidenza risulta aumentata significativamente negli ultimi anni; l’Italia è al primo posto nel mondo per il numero di segnalazioni riportate nella letteratura medica, registrando un incremento marcato rispetto al passato.
Tra le cause che hanno contribuito all'espansione della malattia, vi sono l'abitudine sempre più frequente a spostarsi insieme ai propri animali, ad esempio per le
vacanze, e l'incremento demografico delle zanzare (prima di tutto la
Culex pipiens, che si è adattata molto bene agli ambienti urbani e metropolitani) in conseguenza dell’evoluzione delle condizioni climatiche.
Sono in costante aumento i casi di malattia in tutta la
Toscana, nelle aree del
centro-nord, nelle zone pianeggianti e costiere della
Sardegna, in alcune aree della
Sicilia e della
Campania e in molte altre aree del
centro-sud.
La contemporanea presenza di
D. immitis e
D. repens nei cani serbatoio (ovvero nei cani che hanno contratto il parassita in quanto non sottoposti al trattamento di prevenzione) accresce il rischio di trasmissione di entrambe le filariosi.
I sintomi nel cane

Il cane contrae la malattia nel periodo che va da aprile a ottobre, quando sono presenti le zanzare. I primi
sintomi compaiono tuttavia diversi mesi dopo l'infestazione, quando l'organismo reagisce contro il parassita e
il cuore, danneggiato e sfiancato dalla presenza delle filarie, inizia a
funzionare male. Il cane appare
stanco,
tossisce, è
affannato anche dopo piccoli sforzi e, con il passare del tempo, diviene sempre più
inappetente e
depresso.
Si parla, in questo caso, di “sindrome da minor rendimento”. In seguito, il danno cardiocircolatorio si aggrava e la malattia si ripercuote negativamente su tutto l'organismo, provocando
difficoltà respiratorie, accumulo di liquido a livello addominale ed anche
problemi neurologici.
Le forme cliniche riportate nel cane coprono anche una vasta gamma di patologie cutanee: comparsa di
noduli sottocutanei,
alopecia,
dermatiti generalizzate,
prurito,
papule e
granulomi.
Prevenire la filariosi sottocutanea
D. repens compie il proprio ciclo biologico nel cane e non nell’uomo. Solo nel cane, quindi, la zanzara potrà assumere con il pasto di sangue le
microfilarie e trasmettere successivamente
l’infestazione ad altri soggetti. Il serbatoio della forma che può colpire l’uomo è perciò Fido: la
prevenzione regolare della filariosi sottocutanea nel cane riduce il numero di soggetti potenziali serbatoi della malattia e può quindi contribuire a ridurre i casi di
zoonosi nell’uomo.
La prevenzione mensile consiste nell'utilizzare un farmaco, l’
Ivermectina, che viene rapidamente eliminato dall’organismo (entro 72 ore), fattore che ne accresce la sicurezza, evita qualsiasi interferenza con l’organismo e garantisce dalla comparsa di parassiti resistenti. Consente, inoltre, di poter iniziare fin da
cuccioli la prevenzione e di modularne la durata in funzione delle diverse condizioni climatiche.
L’Ivermectina elimina, infatti, le larve inoculate dalle zanzare nei 30-40 giorni antecedenti il trattamento, intervenendo prima che esse inizino la loro migrazione verso il cuore. E’ quindi sufficiente somministrare all’animale questo principio attivo una volta al mese
per tutto il periodo a rischio (dalla primavera all’autunno inoltrato, quando cioè le zanzare sono presenti nel nostro Paese) per scongiurare ogni rischio di infestazione.
Queste caratteristiche hanno fatto dell’Ivermectina,
il principio attivo più utilizzato per prevenire contemporaneamente sia la
Dirofilaria immitis (
filariosi cardio-polmonare) che la
Dirofilaria repens (filariosi sottocutanea).
È fondamentale ricordare che, prima di iniziare un qualsiasi
trattamento preventivo, è necessario un controllo da parte del
medico veterinario per verificare che l'animale non ospiti già i
parassiti (in tal caso, infatti, bisogna per prima cosa provvedere alla terapia per eliminare i
vermi adulti).
In alternativa,
la prevenzione mensile può essere effettuata per mezzo di
tavolette masticabili a base di carne: la presenza di vera carne nella formulazione della tavoletta è una caratteristica che la rende estremamente gradita ai cani. Semplice e sicura in tutte le razze, Collie compresi, la tavoletta masticabile è la migliore arma di prevenzione in termini di praticità e gradimento.
Esistono anche altre misure di profilassi, come
tenere il cane al chiuso al crepuscolo o di notte, trattare l'animale con un
repellente per le zanzare, evitare le
aree endemiche nei periodi dell’anno in cui le zanzare sono attive, ma sono assai meno sicure e non affidabili. Non si deve tra l’altro dimenticare che le diffusissime zanzare tigre
colpiscono anche di giorno.
Le forme cliniche nell’uomo
Nell’uomo il parassita non completa il proprio ciclo biologico e determina lesioni nodulari di 1-2 centimetri di diametro nel punto di inoculazione. Possono essere presenti eritema o prurito. Frequenti le localizzazioni oculari (palpebre, congiuntiva, orbita) e segnalata in letteratura medica anche la presenza del parassita a livello muscolare, linfonodale e viscerale.