Salute e Nutrizione

Bulldog francese con psicosi

Una giovane Bulldog francese ha assunto il ruolo sostitutivo in una famiglia senza figli. La sua vita, colma di costanti attenzioni, l’ha portata ad un grave stato di psico/nevrosi.

Dottor Alberto Franchi

Ultimo aggiornamento: 17 Aprile 2017 | 8 minuti di lettura

Una giovane Bulldog francese di un anno ha assunto il ruolo sostitutivo in una famiglia senza figli. La sua vita, colma di immeritati privilegi e di costanti attenzioni, l’ha portata ad un grave stato di psico/nevrosi: sempre in ansia, compie continuamente movimenti stereotipati, non riesce a riposare, richiede insistentemente le attenzioni dei proprietari, mangia solo se il cibo le viene proposto dalle mani, al guinzaglio tira fino a determinarsi lesioni, quando si accuccia insistentemente si lecca una zampa fino a causarsi una “dermatite da leccamento”.

Ricevo una telefonata da una amica che frequentavo all’epoca dell’Università. Non la vedo da 35 anni, facciamo fatica a riconoscerci al telefono.
Mi manifesta un grave problema con la sua Bulldog francese: una dermatite alla zampa e una imponente lesione sul dorso in corrispondenza della pettorina.
Fisso un appuntamento per il pomeriggio seguente.
Per motivi di lavoro, mi viene accompagnata dal marito: un ex ragazzo che frequentava amici comuni negli anni ’80. Gli anni dorati di Lady Di, degli Spands, e del techno-pop.
Anni irripetibili. Per i diversamente giovani, come noi.

Vengo letteralmente assalito dalla irrequietezza irrefrenabile della loro cagnolina: Pandia.
La cagnetta mi salta sulle gambe, alternandole a quelle del proprietario. Abbaia insistentemente ed acutamente attirando l’attenzione.
Riceve l’approvazione involontaria di Giorgio, che sussurrandole “Buona Pandia! Fai la brava Pandia!” proprio mentre questa è agitatissima, non ottiene altro che promuovere ulteriormente questi suoi atteggiamenti psicotici.
Faccio accomodare Giorgio: vedendo seduto il proprietario un cane equilibrato si tranquillizza ed in genere lo imita. Ovviamente questo non è sufficiente a sedare questa cagnetta. Inutile attendersi una risposta normale da un cane che normale non è…
Pandia inizia a saltare sule sue gambe, ad azzannargli e tirargli le maniche, a strattonare la sua sciarpa: senza tregua.
Tuttavia non sono queste pressanti richieste di attenzione ad avermi condotto i proprietari.

CLIENTE: Alberto, Pandia si lecca insistentemente la zampetta anteriore e guarda poi cosa è successo sulla groppa.

Il proprietario mi fa notare delle lesioni molto evidenti, che avevo già osservato con attenzione da quando erano entrati in sala visite.
Quella sulla zampa si manifesta chiaramente come una dermatite da leccamento.
La seconda, dopo una serie di domande mirate, comprendo trattarsi di una infiammazione data dal continuo fregamento del moschettone della pettorina, provocato dall’insistenza con la quale Pandia tira il guinzaglio.

DOTT. FRANCHI: C’è qualcosa che vi preoccupa oltre a questo?

Oso domandare, cercando di comprendere se i proprietari hanno realizzato il profondo nervosismo che pervade la vita della cagnetta.

CLIENTE: No! Perché?

DOTT. FRANCHI: Avete notato come la vostra cagnolina manifesti un chiaro stato ansioso?

CLIENTE: Non mi sembrava! Che sia un terremoto lo avevo visto, ma...

Telefona un suo amico. Gentilmente mi fa un cenno, scusandosi e chiedendomi il permesso di uscire dalla sala per alcuni minuti.
Come altre volte mi è capitato, non appena resto solo con il cane sento che mi parla... Di nuovo le mie allucinazioni!

Psicosi cane

CANE: Bonjour mon ami le toubib, ça va bien?

Il suo fare è decisamente urtante: mi gratta insistentemente i pantaloni, mordicchia le gambe della mia scrivania, non riesce a fermarsi un attimo.

DOTT. FRANCHI: 
Io bene, sto lavorando. E tu? Sei sempre così agitata o è solo perché sei qui da me? Ti senti bene?

CANE: E chi è agitato? Sono tranquilla!

Mi risponde leccandosi insistentemente la zampetta.

DOTT. FRANCHI: Ma come... Guarda come ti sei ridotta la zampa! 

CANE: Non è niente! Ho le pulci e mi gratto!

DOTT. FRANCHI: Non mi sembra che tu le abbia, ti ho ispezionato il pelo e so che i tuoi proprietari sono puntuali con la prevenzione. Oltre a ciò mi hanno detto che tu esci pochissimo di casa.

CANE: Non è vero! Ho un sacco di pulci, invece. Ed esco per intere mezze giornate a passeggio!

Ahia! Qui non ci siamo. La cagnolina non si sta rendendo conto di quello che le capita. Ha una visione distorta della realtà in cui vive. Più che una nevrosi ritengo si tratti di una psicosi. Sarà un bel problema trattarla.
Dovrò pure riuscire a chiarire la situazione con i proprietari... Non mi sembrano recettivi.
Quando rientra in ambulatorio, riesco ad illustrare a Giorgio come mi si presenta la situazione di Pandia. Dobbiamo risolverla insieme o la cagnolina non potrà condurre una vita serena.
Per adiuvare il lavoro di riadattamento dei proprietari e per facilitare l’apprendimento della cagnolina, decido di impiegare un paio di farmaci.
Dopo due settimane rivedo la cagnolina.

DOTT. FRANCHI: Ciao Pandia!

La saluto quando la rivedo.

CANE: Salut, le mec!

Mi risponde con il suo inappropriato francese gergale... Con una scusa chiedo a Giorgio di lasciarmi osservare la cagnolina a tu per tu, per non distrarla, gli dico. Ho così l’opportunità per dialogare direttamente con lei.

DOTT. FRANCHI: Come ti senti in questi giorni, Pandia?

Domando alla cagnolina che mi sembra meno agitata della scorsa settimana.

CANE: Ma perché mi chiami Pandia? Il mio nome è Cocò!

Grave, molto grave. Non riconosce il suo nome, si ritiene un’altra cagna.

CANE: Mai stata meglio! Poi mi stai stancando con tutte queste tue domande... Non hai mai visto una cagnolina?

DOTT. FRANCHI: Certo, ne vedo molte, dato che sono un veterinario. Vedo dalle lesioni sulle zampette che persisti a leccarti.

CANE: Ohlala! Non, pas du tout! È solo una malattia della pelle: mi fa perdere un po’ di pelo e quello che resta assume questo strano colore rossiccio.

DOTT. FRANCHI: Noto che ancor oggi non riesci a rilassarti, anche se ormai conosci bene il mio ambulatorio...

CANE: Non riesco a rilassarmi? Ma ci fai o ci sei? Sono tranquillissima!

Conclude agitandosi ulteriormente, mentre ora prende a rosicchiare le gambe del mio tavolino.

DOTT. FRANCHI: E a casa come stai? Sei più serena con i tuoi proprietari?

Proseguo indagando sulla sua condotta di vita, senza dar seguito alle sue domande.

CANE: Proprietari? La casa dove vivo è mia, non ho proprietari!

Da come mi risponde temo che qualcosa proprio non vada. Mi propongo di chiedere ai proprietari se hanno intrapreso il percorso terapeutico che avevo suggerito. Ho come l’impressione che non stiano collaborando. La cagnolina manifesta una visione totalmente alterata della realtà.

Sono sempre più spinto a diagnosticare una psicosi fortemente radicata in Pandia.
Senza la partecipazione attiva e sinergica dei proprietari non riuscirò a portare a termine un percorso di guarigione o almeno di miglioramento con esito positivo.
Purtroppo anche con una radicale mutazione ambientale e dello stile di relazione sarò costretto a suggerire ai proprietari di proseguire con l’associazione di farmaci.
Indispensabili per attenuare lo stato di psicosi che pervade questa cagnolina. Dovranno somministrarli anche per tutta la vita...
Una psicosi, infatti, è un disturbo psicotico grave, nel quale il soggetto non si rende conto della sua malattia. Assume atteggiamenti anche lesivi verso se stesso e la società in cui vive e con le persone con le quali si relaziona.

Rimando il proprietario ad un ulteriore colloquio.
Al rivederlo, comprendo che non sono riuscito a fere breccia nelle sue resistenze. Un evento abbastanza frequente trattando di patologie mentali degli animali.
Non ho altro modo di convincerlo. Gli chiedo, almeno, di proseguire la terapia.

Guardo per un’ultima volta Pandia/Cocò. I suoi occhi sono persi, il suo sguardo vago. Comprendo che non posso mettermi in relazione costruttiva con lei.
La saluto. Se ne va mordicchiandosi.
La tristezza di aver potuto fare poco per lei mi pervade.
Ma non ho tempo per recriminazioni. Un nuovo caso clinico mi attende. Il nuovo cliente ha già atteso troppo. Ha premura di entrare…

DOTT. FRANCHI: Prego, signor Zanolla, venga pure con il suo gattone!


Dottor Alberto Franchi medico veterinario a Verona
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