Salute e Nutrizione

I gusti sofisticati del gatto

Perché il gatto odora con cautela la sua ciotola e si mostra diffidente nei confronti del cibo? Perché sembra disgustato da alcuni alimenti?

Dottor Alberto Franchi

Ultimo aggiornamento: 12 Aprile 2019 | 3 minuti di lettura

Carissimo Dottore, perché a volte i gatti rifiutano determinati cibi? I gusti dei gatti sono proprio così difficili? 

Il gatto possiede dei sensi molto sviluppati, molto più fini di quelli umani, ma è piuttosto grossolano nel gusto: fino a pochi anni fa si riteneva addirittura che fosse talmente limitato nel riconoscere i sapori degli alimenti da non riuscire a percepire il dolce.
Invece gli esperimenti compiuti hanno permesso di stabilire che la lingua del gatto percepisce, come la nostra, i quattro sapori fondamentali: acido, amaro, salato, dolce; inoltre è attratto in quest’ordine dai diversi cibi.
La scarsa sensibilità ai sapori viene surrogata dall’olfatto: tutti abbiamo notato, infatti, quanto a lungo un felino odori la ciotola con cautela e circospezione prima di cibarsi del contenuto.
La sua diffidenza è proverbiale.
Ha una predilezione per i cibi tiepidi, forniti ad una temperatura intorno ai 35°C, in quanto in natura egli è un cacciatore che si alimenta con prede appena uccise, non di carogne, quindi predilige i cibi caldi.

Gatto disgustato

In libertà il regime alimentare del gatto è piuttosto vario, ma le abitudini dietetiche cambiano a seguito della stretta convivenza domestica e dell’alimentazione fornita dal proprietario.
Un gatto tende a diventare monotono nell’apprezzamento dei cibi quanto più da piccolo gli siano stati proposti sempre gli stessi alimenti.
Per questo ed altri motivi sono abituato a consigliare la varietà nella proposta alimentare del gattino appena giunto in casa.

Trovo inopportuno abituare un animale a cibarsi di un solo alimento, industriale o casalingo, senza avere la possibilità di variarlo a rotazione con altri: buona norma a mio giudizio è educare l’animale a non disprezzare nessun tipo di alimento, carni o croccantini che siano, in modo da equilibrare la dieta e parare contrattempi: per esempio in seguito alla mancata reperibilità di una determinata marca di alimento sul mercato o per la variazione della dieta a seguito di patologie diagnosticate.
Il gatto che conserva e sviluppa questa sua adattabilità al cibo non va incontro a carenze alimentari.

Può però occasionalmente divenire talmente aperto alle nuove esperienze gustative da giungere a rendersi capriccioso e snobbare il consueto cibo per ricercare nuovi sapori.
Suggerisco pertanto di seguire la norma di variare le proposte alimentari sin dallo svezzamento del cucciolo.
Risulta interessante anche variare la dieta di mamma gatta, in modo che sia essa stessa a stimolare il gusto del gattino verso una alimentazione varia, completa ed equilibrata, nel corso della gravidanza, dell’allattamento e del conseguente svezzamento.


Dottor Alberto Franchi medico veterinario a Verona
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