Comportamento e Psicologia

La coprofagia nel cane

Perché il cane ingerisce le feci? Il veterinario ci spiega le cause di questo comportamento inappropriato.

Dottor Alberto Franchi

Ultimo aggiornamento: 23 Maggio 2017 | 4 minuti di lettura

Egregio Dottore, abbiamo una piccola Bulldog di 9 mesi, sterilizzata, che ingoia sistematicamente le proprie feci.
Non era un comportamento usuale nei primi due mesi in cui l’abbiano ospitata, ma ora ci deprime e ci mette ansia questo suo cattivo comportamento.
Abbiamo provato ad allontanarla dalle feci anche con qualche scapaccione, ma non possiamo sempre correrle dietro, soprattutto quando non siamo in casa!
Cosa può provocare questo comportamento e cosa possiamo fare per farla smettere una volta per tutte?


In molti mi consultano in ambulatorio o mi scrivono per problemi legati all’ingestione di feci da parte di cani.
Fermo restando che in alcuni, peraltro rari, casi si possa trattare di manifestazioni legate a disturbi digestivi, come malassorbimento, denutrizione, insufficienza pancreatica, risulta ormai chiaro che il fenomeno della coprofagia sia dovuto a problemi d’ansia e conseguenti disturbi ossessivo-compulsivi.

Solo nei ruminanti (e nei conigli) l’ingestione delle feci può essere dovuta alla ricerca di vitamine e di principi nutritivi.
Ma nel cane adulto che ingerisce sistematicamente le feci da esso stesso deposte la diagnosi è da ricondurre ad una risposta ansiosa da parte del soggetto.

Coprofagia cane

Il comportamento inappropriato può essere presente al momento dell’introduzione di un cucciolo in casa, ma anche comparire dopo alcuni mesi, a seguito di non appropriate condizioni ambientali e relazionali in cui il cane adulto si viene a trovare.
L’analisi è indispensabile per chiarire di volta in volta a quale causa è conseguente il sintomo.
Il più delle volte ho personalmente riscontrato che alcune sviste (o errori) compiute ritualmente, ripetutamente dai clienti favoriscono o inducono la patologia.

La terapia che adotto si basa generalmente sull’attenuazione dell’ansia, attraverso la modificazione comportamentale e l’impiego di farmaci nella misura minima indispensabile per spezzare il circolo vizioso dato dal comportamento del cane.

Per contro-condizionare il soggetto, ma soprattutto per ottenere il suo rilassamento e inibire la competizione con i proprietari (o con altri animali conviventi) adotto un protocollo alla deferenza, che ha come fine l’attenuazione dell’ansia attraverso la modificazione di alcuni comportamenti dell’uomo per instaurare un nuovo e più corretto rapporto con l’animale.

Sono da scartare senza discussione l’impiego di violenze o abusi sul cane.
Ricordo che il cane coprofago è un soggetto patologico, che soffre, e non un cane dispettoso, impunito, che fa i dispetti al padrone.
Ogni approccio violento in questi, così come in altri frangenti, è destinato non solo ad essere infruttifero, ma anzi ad incrementare lo stato d’ansia dell’animale.
Non va punito mai un cane che ingerisce la proprie feci.
In alcuni casi il disturbo può essere classificato come una richiesta di attenzione da parte del cane, che ottiene il risultato auspicato ricevendo le attenzioni, seppur malevole e aggressive, dell’uomo.

Nel caso di impiego di farmaci, oltre a dover considerare attentamente la loro scelta a seconda dei casi e dei soggetti, è da ricordare che il loro impiego è un ausilio alla terapia comportamentale ed è destinato ad esaurirsi in modo graduale nel giro del minor tempo possibile, man mano che si ottengono risultati soddisfacenti.
È un grave errore, peraltro commesso da molti proprietari, basarsi esclusivamente sulla terapia farmacologica per modulare i comportamenti inappropriati del proprio cane.
Si rischia di legare il cane al consumo dei farmaci, per poi farlo ricadere nello stesso comportamento ossessivo-compulsivo qualora vengano sospesi, se parallelamente non sono stati intrapresi i dovuti sforzi per modificare l’ambiente dove vive, il tipo di relazione con i proprietari.
In una parola a modificare il suo comportamento patologico attraverso la terapia comportamentale più adatta.


Dottor Alberto Franchi medico veterinario a Verona
Ambulatorio Veterinario Borgo Venezia - Via Felice Casorati 19 - Verona 
Ambulatorio Veterinario Borgo Trento - Via Vittorio Locchi 32/a - Verona
Telefono 347 9729098
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www.veterinarioaverona.it

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