Salute e Nutrizione

La sterilizzazione del cane

La sterilizzazione impedisce al cane di riprodursi, ha conseguenze favorevoli per la sua salute e previene alcuni problemi comportamentali

Francesca

Ultimo aggiornamento: 18 Marzo 2016 | 7 minuti di lettura

La sterilizzazione chirurgica consiste nell’asportazione delle gonadi dell’animale (testicoli nel maschio, ovaie nella femmina) per renderlo sterile e impedirne la riproduzione.
Essa assume un’importanza fondamentale per prevenire gravidanze indesiderate, impedire la nascita di cuccioli non voluti e contribuire a limitare il numero di animali abbandonati, che affollano rifugi e canili e alimentano il fenomeno del randagismo. Ma la sua utilità va oltre questi importanti obiettivi: la ricerca medica veterinaria ha infatti dimostrato che la gonadectomia ha importanti conseguenze favorevoli per la salute degli animali e per la prevenzione di alcuni problemi comportamentali del cane; inoltre, previene la diffusione delle malattie infettive che si trasmettono con l’accoppiamento.
L’intervento chirurgico di sterilizzazione è una procedura poco invasiva, sicura e ben tollerata dal cane, anche grazie all’impiego abituale di anestetici e analgesici moderni ed efficaci. Trattandosi comunque di un intervento chirurgico in anestesia generale, l’animale viene preventivamente sottoposto ad un’accurata visita clinica per verificare che non esistano controindicazioni alla procedura.
In alcuni soggetti, in base all’età e alle condizioni di salute, possono essere necessari alcuni esami pre-operatori (esami del sangue, delle urine, radiografie ecc.).

La sterilizzazione del cane


LA STERILIZZAZIONE DEL MASCHIO

Consiste nell’asportazione dei testicoli (orchiectomia). È un intervento poco invasivo, in genere comporta una piccola incisione della cute anteriore della borsa scrotale, dalla quale vengono fatti fuoriuscire i testicoli da asportare. Dopo aver allacciato i vasi sanguigni e il dotto deferente, i testicoli vengono asportati. L’incisione cutanea viene generalmente richiusa con pochi punti di sutura, da asportare dopo circa dieci giorni. In alcuni casi, lo scroto può gonfiarsi i primi giorni dopo l'intervento per la presenza di siero; se il cane è sessualmente immaturo al momento della sterilizzazione, lo scroto si appiattisce gradualmente con la crescita, mentre permane il residuo di cute scrotale nei cani maturi. È consigliabile evitare attività eccessivamente vivaci i primi giorni dopo l'intervento. Per evitare che il cane si lecchi, può essere necessario applicare un collare "Elisabetta".
La sterilizzazione viene generalmente consigliata all’età di 8-10 mesi circa, ma può essere effettuata a qualunque età (dopo le 8 settimane), anche nei cani anziani, in assenza di controindicazioni anestesiologiche. I vantaggi per la salute dell'animale sono gli stessi indipendentemente dall'età della castrazione.
La castrazione del cane maschio permette di prevenire alcune comuni patologie prostatiche (iperplasia prostatica benigna, prostatiti), alcuni tipi di ernie, i tumori delle ghiandole anali, le malattie infettive a trasmissione sessuale e, naturalmente, le patologie e i tumori testicolari.
Inoltre, riduce la comparsa di comportamenti negativi, quali la marcatura del territorio con l’urina, l’interesse per le femmine in calore e la conseguente tendenza alla fuga, l’aggressività verso altri cani e l’ululare e il latrare eccessivi. La sterilizzazione non influenza invece il carattere, la vitalitàil peso del cane; un cane sterilizzato ingrassa se viene alimentato in maniera eccessiva, non per effetto dell’intervento.

LA STERILIZZAZIONE DELLA FEMMINA
Consiste nell’asportazione chirurgica delle sole ovaie (ovariectomia) oppure delle ovaie e dell’utero insieme (ovarioisterectomia).
L’ovariectomia è la tecnica di sterilizzazione più diffusa in Italia e nella maggior parte dei paesi europei, mentre l’ovarioisterectomia viene preferita negli Stati Uniti. Studi recenti hanno tuttavia mostrato che non vi sono differenze significative tra le due tecniche per quanto riguarda l'incidenza a lungo termine di problemi urogenitali, quali endometrite (infiammazione dell’utero), piometra (accumulo di pus nell’utero) e incontinenza urinaria. Poiché l’ovarioisterectomia è un intervento più invasivo, di maggiore durata e associato a un maggior rischio di complicazioni post-operatorie, l'ovariectomia dovrebbe essere considerato l'intervento di sterilizzazione di prima scelta nella cagna sana. L’ovarioisterectomia è invece indicata in presenza di patologie uterine.
La sterilizzazione della cagna è un intervento più invasivo rispetto a quello del cane maschio, tuttavia le tecniche chirurgiche e anestesiologiche attuali comportano un grado minimo di rischio e di disagio per l’animale. L'intervento si effettua in anestesia generale e comporta una breve incisione sulla linea mediana della cute e dei sottostanti strati che compongono la parete addominale (laparotomia), l’esposizione delle ovaie, l'allacciatura con fili chirurgici dei vasi sanguigni ovarici e l’asportazione di entrambe le gonadi. La parete addominale viene di seguito suturata con alcuni punti di sutura, che vanno rimossi dopo 10 giorni. Generalmente, è indicata l'applicazione di un collare "Elisabetta" per evitare che il cane si lecchi.

L’ovariectomia si effettua in genere all’età di 6 mesi circa, affinché si realizzino gli importanti effetti positivi sulla salute della cagna. Se effettuata prima del primo calore, la sterilizzazione previene infatti i tumori della mammella, una condizione molto frequente e seria nella cagna. Se effettuata dopo il primo calore l’incidenza dei tumori mammari sale al 7% e dopo il secondo calore aumenta al 25%; dopo i 2,5 anni l'intervento non comporta più alcun beneficio rispetto al rischio di tumori mammari.
La sterilizzazione, a qualunque età sia effettuata, evita poi l’insorgenza delle patologie uterine, in particolare infezioni (endometrite, piometra) e tumori (piuttosto rari). Inoltre, cessa l’attrazione esercitata sul maschio durante il calore.
Come per il cane maschio, non si verificano alterazioni della personalità o dell’appetito. La tendenza ad ingrassare della cagna sterilizzata, dovuta a un modico rallentamento del metabolismo, può essere facilmente contrastata con una regolare alimentazione e dell'attività fisica.
Esiste una possibilità, stimata intorno al 5-20%, che la cagna sviluppi incontinenza urinaria (perdita di urina) dopo la sterilizzazione, anche a distanza di anni, e ciò sembra essere influenzato da fattori quali razza, peso corporeo, fattori ormonali e dalla posizione anatomica della vescica nell'addome (il rischio di incontinenza è maggiore nelle cagna con vescica pelvica, cioè in posizione posteriore). L’incontinenza urinaria può tuttavia essere efficacemente trattata.
Nella cagna matura, è preferibile non effettuare la sterilizzazione durante il calore per un maggiore rischio di emorragia; l'intervento dovrebbe essere effettuato in fase di anestro, cioè due mesi circa dopo il termine del calore.

LA STERILIZZAZIONE PRECOCE
Attualmente, alcune scuole di pensiero, soprattutto americane, consigliano la cosiddetta sterilizzazione precoce dei cuccioli e dei gattini, effettuata cioè all'età di 2 mesi circa (6-14 settimane), soprattutto ai fini di un più efficace controllo della popolazione canina e felina. Non sembrano esserci differenze significative, per la maggior parte degli aspetti sanitari e caratteriali considerati, tra sterilizzazione precoce e tardiva, fatta eccezione per un maggior rischio di incontinenza urinaria nelle cagne sterilizzate prima dei tre mesi d’età; tuttavia, alcuni effetti a lungo termine devono essere ancora approfonditi.

LA STERILIZZAZIONE CHIMICA 
Un'alternativa farmacologica alla sterilizzazione chirurgica del cane è costituita dalla deslorelina, un farmaco che induce un'infertilità temporanea e reversibile nell'animale. Il farmaco può essere somministrato a cani maschi sani, sessualmente maturi e solo sotto controllo veterinario. Agisce bloccandolo la produzione del testosterone, inibendo quindi il desiderio di accoppiarsi e la produzione di spermatozoi. La deslorelina è contenuta in una piccola capsula che viene iniettata con una siringa sotto la cute del collo.
L’infertilità indotta dal farmaco inizia 6 settimane dopo l'impianto e dura almeno sei mesi. Durante questo periodo, un eventuale accoppiamento non può indurre la gravidanza nella femmina.
Dopo i sei mesi, e in alcuni casi anche più tardi, il cane riacquista la fertilità. Somministrando il prodotto ogni sei mesi, l'infertilità viene mantenuta. Il farmaco non sembra avere controindicazioni o indurre effetti collaterali.
Non è necessario asportare l'impianto una volta esaurito l'effetto. Il farmaco è in alcuni casi utilizzato nei cani con problemi di aggressività, sfruttando la riduzione dell'ormone maschile.

GLI ANTICONCEZIONALI
Esistono prodotti anticoncezionali in grado di inibire il calore della cagna. Si tratta di analoghi del progesterone che si somministrano attraverso iniezioni periodiche. Il ricorso a questi farmaci è però controverso, poiché sono stati associati a un rischio elevato di indurre infezioni all'utero o tumori mammari.
La loro somministrazione richiede inoltre molte precauzioni, infatti non devono essere somministrati nelle femmine gravide e mai prima o durante il calore.
Esistono anche anticoncezionali che possono essere somministrati per via orale e che comportano minori effetti collaterali, ma possono essere utilizzati solo per periodi brevi (non più di due calori consecutivi).

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