Comportamento e Psicologia

Raptus aggressivi del cane e del gatto

Come gestire il comportamento aggressivo del cane e del gatto, gli attacchi ed i raptus di violenza con morsi e graffi

Dottor Alberto Franchi

Ultimo aggiornamento: 14 Novembre 2023 | 3 minuti di lettura

Solo negli ultimi due mesi mi sono giunte un numero allarmante di chiamate da proprietari atterriti per il comportamento aggressivo dei propri animali.
Una signora cinquantenne medicata in ospedale a seguito dei graffi ricevuti dal proprio gatto di casa.
Una giovane coppia, in attesa del primo figlio, aggredita e morsa ripetutamente dal proprio cane giovane di 45 chilogrammi.
Una signora preoccupata ed infastidita dagli attacchi, per ora solamente fastidiosi, della propria cucciola pechinese di 6 mesi.

La casistica mi si presenta molteplice e numerosa nelle sue forme, ma una frase mi si offre uguale in tutti i colloqui: "È stato un attacco improvviso, un raptus, il mio animaletto non aveva mostrato nulla di preoccupante prima d’ora...".

Ma l’attacco ha avuto luogo, le ferite, i sanguinamenti si sono invariabilmente verificati, il dolore e la paura sono sopraggiunti: con tutti i loro strascichi emotivi e psicologici.
Forieri di terrore e conseguente zoofobia. Il proprio cucciolo è improvvisamente diventato un mostro.
Questo non è obiettivamente reale. È solamente l’impressione del proprietario, appassionato ma impreparato a cogliere gli importanti messaggi soprattutto visivi che l’animale ha inviato nei mesi, nelle settimane, nei giorni, negli istanti precedenti l’attacco.

AggressivitĂ  cane e gatto

I proprietari notano l’acme della patologia, la sua manifestazione più evidente, il sintomo più allarmante.
Ma la sindrome sottostante era presente anche nei tempi precedenti, l’animale ha certamente presentato altri sintomi, ha inviato altri messaggi prima di attaccare: ma l’inavvedutezza, l’imperizia ed anche l’affetto dei proprietari hanno agito in modo che non venissero notati.
L’attacco aggressivo è la punta di un iceberg. Non esistono raptus in psicopatologia che scaturiscano dal nulla, da una buona condizione di salute mentale. A meno che non si siano assunti farmaci psicotropi o droghe, sostanze alle quali un animale non ha accesso.

L’aggressività è uno sbocco dell’ansia, così come lo è la depressione. L’ansia di un cane o di un gatto è facilmente percepibile, evidenziabile e diagnosticabile da un veterinario dedito alla cura delle psicopatologie animali.
Ricorrere ad una visita, ad un consulto, ad un colloquio previene senza dubbio manifestazioni inappropriate, noiose o pericolose del proprio animale.
Altre vie, degne di attenzione e utili alla prevenzione reale di attacchi di aggressività, non si presentano.

Molti millantano capacità terapeutiche, proponendo l’assunzione di farmaci palliativi, sostanze placebo, rimedi alternativi, fideistici, metafisici, trascendenti, mistici o ancora proponendo cicli di addestramento per un cane ansioso o aggressivo.
Ma addestrare è differente da curare. Inoltre attendersi risposte normali da un soggetto affetto da problemi psicologici è un grave errore di metodo.
Nel migliore dei casi si perde tempo. Negli altri casi si permette alla patologia di cronicizzare, radicandosi e incrementando la gravità della sintomatologia.


Dottor Alberto Franchi medico veterinario a Verona
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