Comportamento e Psicologia

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Gatto dominante in casa: riabilitazione comportamentale e corretta gestione dell'animale tra le mura domestiche

Dottor Alberto Franchi

Ultimo aggiornamento: 28 Ottobre 2013 | 5 minuti di lettura

Lo scorso anno ricevo una telefonata di lavoro da una simpatica giovane signora che mi contatta per un problema con i suoi tre gatti: uno non concede il minimo spazio vitale al terzo, che si trova a sopravvivere isolato dal gruppo e dalla famiglia in una camera.

La femmina mangia sempre così velocemente da vomitare o meglio rigurgitare quasi sempre il cibo ingerito talmente in fretta.
Appena libero vado a vedere la situazione di persona. Un sopralluogo si rende, in questo caso, indispensabile.

La giovane coppia vive in un appartamento di grandi dimensioni con tre gatti: due maschi ed una femmina, tutti sterilizzati.
Uno, chiamiamolo Gastone, deve vivere esiliato in una stanza, dalla quale non può mai uscire pena sonore e violente zuffe con l’altro maschio, che non lo vuole in giro per casa.
Risulta subito chiaro che Ulisse la fa da padrone soggiogando gli altri due, con il suo carattere indiscutibilmente dominante.

Gatto sul tavolo

DOTT. FRANCHI: Come vivete con i tre gatti in casa?

CLIENTE: Bene, nessun problema, dato che non abbiamo un giardino, lasciamo loro la più ampia libertà di girare in tutte le stanze. Certo: l’unica delimitazione è quella imposta a Gastone.

DOTT. FRANCHI: Quando voi due mangiate: dove stanno i gatti?

CLIENTE: Sotto e sopra la tavola: io ed il mio compagno, ah, ecco rientra adesso a casa, è un dentista, siamo affezionatissimi e somministriamo tutti i giorni qualche leccornia dai nostri piatti.

DOTT. FRANCHI: Vi sembra corretto? Igienicamente e socialmente?

CLIENTE: Non abbiamo mai posto grande importanza a questi aspetti... Siamo di aperte vedute, siamo tutti democratici in questa famiglia!

Aggiunge con un simpatico sorriso. Dalle pareti mi scrutano grandi manifesti del passato regime sovietico.

DOTT. FRANCHI: Il gatto Ulisse dove si posiziona mentre mangiate?

CLIENTE: Sale sul tavolo oppure sulla spalliera di questo divano.

Mi indica un bel divano attiguo al tavolo da pranzo.

DOTT. FRANCHI: Siete dell’avviso di adottare un regime comportamentale completamente diverso dal vostro?

CLIENTE: Non ne sono sicura... Mio marito è molto più... democratico di me!

DOTT. FRANCHI: Se non agite in concordia non vi è alcuna speranza di migliorare la situazione con Gastone. Rifletteteci bene.

Dopo una settimana, nel corso della quale i due hanno potuto parlarsi apertamente, convocando un piccolo “collettivo”, probabilmente un mini-soviet con esiti bulgari, e prendere visione del mio modo di procedere con la terapia comportamentale, mi richiamano per un ulteriore incontro.
Ce l’ho fatta! Il primo gradino, il più ostico, l’ho superato. Checché se ne dica è questo il punto focale di ogni riabilitazione comportamentale: convincere i famigliari della correttezza del programma che intendo adottare, riuscire a rendere loro, proprie, le mie idee in merito alla corretta gestione del paziente animale.

DOTT. FRANCHI: Da oggi dovrete adottare alcuni comportamenti con coerenza, costanza, concordia, pena il fallimento dei nostri intenti.

CLIENTE: Siamo pronti tutti e due, ci hai convinto!

Mi spara un "tu" di simpatia e fiducia, e io lo accetto e lo adotto con piacere, nonostante possano essere miei figli. È una tattica che uso sempre con i clienti proprietari di nevrotici, perché mi permette di inserirmi più profondamente nel loro comportamento con l’animale e quindi di perseguire meglio il mio fine terapeutico.

DOTT. FRANCHI: Mai più cibo dalla tavola, mai più cibo dalle mani, i tre gatti mangeranno ad orari prestabiliti, più volte al giorno, ciascuno in una stanza chiusa, con la ciotola a disposizione per 10, 15 minuti. Vedrete cha anche il problema di Maya si attenuerà fino a, mi auguro, cessare.

CLIENTE: E quando saltano sul tavolo, diciamo loro no! E li spingiamo giù?

DOTT. FRANCHI: No, sarebbe scorretto, dareste loro troppa importanza, soprattutto ad Ulisse, che deve iniziare a considerarsi un “gradito ospite” nella vostra bella casa, non un referente, in altre parole: non dovrà sentirsi più autorizzato a pensarla da proprietario di questo territorio.

CLIENTE: Quindi?

DOTT. FRANCHI: Capirà da solo che saltare sul tavolo per non ottenere niente è solo uno spreco di energia. In natura gli animali cacciatori non sprecano mai energia!

CLIENTE: E con Gastone che dobbiamo fare?

DOTT. FRANCHI: Lasciate la sua porta aperta e attendete con fiducia. Fra alcune settimane le cose evolveranno a suo vantaggio.

Affrontiamo nel corso di ulteriori incontri i riti del commiato e del rientro, da sempre in quella casa guidati da Ulisse, abbassiamo tutti i ripiani a disposizione dei gatti, iniziamo a ritualizzare la fornitura del cibo con un percorso di educazione alla deferenza che induca soprattutto il gatto Ulisse alla stima ed al rispetto dei proprietari.

DOTT. FRANCHI: Ce la farete, vedo che siete determinati nell’affrontare questi cambiamenti e ciò vi permetterà di agire con comportamenti risoluti che i gatti sono ben in grado di osservare e riconoscere.

CLIENTE: Sì, avevi ragione: stiamo facendo grandi progressi!

Sono passate solo sei settimane ed il programma terapeutico si può dire completato in teoria e in buona fase di sviluppo nella pratica.
Dopo un mese ricevo una gradita ed attesa telefonata: i due ragazzi hanno ottenuto quello che desideravano.
Una tranquilla convivenza con i tre gatti, la possibilità per Gastone di muoversi in casa senza temere gli assalti di Ulisse, Maya non rigurgita più il suo cibo e, non ultima, i due sposini hanno la possibilità di consumare i cibi in tutta la serenità auspicabile.


Dottor Alberto Franchi medico veterinario a Verona
Ambulatorio Veterinario Borgo Venezia - Via Felice Casorati 19 - Verona 
Ambulatorio Veterinario Borgo Trento - Via Vittorio Locchi 32/a - Verona
Telefono 347 9729098
e-mail vetverona@gmail.com
www.veterinarioaverona.it

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