Salute e Nutrizione

Le unghie del gatto

È possibile ridurre i danni che il gatto causa con le sue unghie a mobili o tessuti di pregio della casa?

Dottor Alberto Franchi

Ultimo aggiornamento: 4 Settembre 2015 | 2 minuti di lettura

Dottor Franchi, il mio gatto provoca in casa parecchi danni, graffiando mobili e tessuti: è possibile trattarlo con farmaci per rimediare o esistono altre soluzioni? La ringrazio in anticipo per i suoi preziosi consigli.

L’utilizzo delle zampe anteriori è nel gatto un comportamento innato e di conseguenza è molto difficile ottenere la modificazione di tale azione.
Il gatto per mezzo della graffiatura di determinati oggetti, per lo più posti in prossimità del luogo scelto per il riposo, compie dei gesti di particolare importanza.
Innanzitutto affila le unghie, rimovendo gli astucci cornei che sono periodicamente da scapsulare, permettendo alla nuova unghia sottostante di sostituirsi pienamente alla vecchia.
È sbagliato ritenere che così facendo il gatto smorzi gli artigli: come ho appena spiegato ricerca l’effetto opposto, li tiene sempre affilati per la caccia, l’arrampicata o la lotta.

Unghie del gatto

Inoltre graffiando vari oggetti o strutture il gatto marca il suo territorio sia visivamente, con i segni lasciati dalle unghie, sia olfattivamente, utilizzando le secrezioni di ghiandole interdigitali che impregnano per giorni la superficie graffiata, permettendone il riconoscimento a conspecifici ed altri cacciatori. Ma ancora con tale azione il gatto fornisce ai presenti una comunicazione visiva della propria presenza, del suo stato di forza e salute e della sua territorialità.
Quindi nessun comportamento anomalo in tutto questo.

È possibile dirottare l’interesse del gatto verso un materiale di nostro gradimento, ma per ottenere ciò è indispensabile avere determinazione, perizia, nonché una buona dose di fortuna, dal momento che è assai difficile indurre il gatto a spostare il proprio interesse altrove.
È possibile, inoltre, abituarlo sin dalla più tenera età a lasciarsi limare o tagliare periodicamente la parte terminale dell’artiglio.
Una pratica che può risultare piacevole anche per il gatto, se viene indotto a ritenerla una delle cure parentali che il buon proprietario gli riserva.


Dottor Alberto Franchi medico veterinario a Verona
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